ADELANTE CON JUDICIO
Dopo 57 giorni di lockdown, oggi il Paese inizia la ripartenza. Lo fa con molta cautela. I dati dei nuovi contagi infatti sono incoraggianti, soprattutto nelle regioni del Sud; qui in Calabria sabato eravamo a zero, ieri a due (anche se il numero dei tamponi effettuati da noi è molto più basso di quello di regioni con meno abitanti). Purtuttavia il timore è quello che la curva epidemiologica possa tornare a salire.
E di conseguenza la linea dettata dal Governo è ispirata alla prudenza.
In effetti in giro si avverte ancora tanta paura. Anche qui da noi. Avete visto con quanta vemenza è stata criticata l’ordinanza della governatrice della Calabria per la riapertura di bar e ristoranti? Tanto da consigliare anche i sindaci di centrodestra a dissociarsi.
Il malefico nemico invisibile appare indebolito, ma non è ancora sconfitto.
Sta ad ognuno di noi (per come già abbiamo fatto per 57 giorni) continuare ad essere responsabili per impedirgli di riprendere forza. Proteggiamoci vicendevolmente con il distanziamento fisico e con tutte le misure che i vari protocolli prevedono per la vita quotidiana di cittadini, lavoratori e imprese.
Ma a fronte di comportamenti tanto esemplari è sacrosanto chiedere al governo, alle regioni e ai comuni altrettanta responsabilità verso di noi: meno ordinanze (spesso incomprensibili e in contrasto tra loro), stop alle autocertificazioni (davvero insopportabili) e più vicinanza alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese che attendono da 57 giorni fatti concreti (in Calabria, solo per fare un esempio, su 3429 domande di CIG alla regione, sono stati pagati solo 231 dipendenti).