L’INTERVISTA. A BREVE I COSENTINI SCEGLIERANNO IL NUOVO SINDACO
Massimo Clausi ha rivolto una serie di domande a Giacomo Mancini.
L’intervista è pubblicata sull’edizione del Quotidiano del Sud oggi in edicola a pagina 5.
Di seguito la trascrizione del testo.
COSENZA – Mentre le attenzioni di tutti sono concentrate verso le regionali c’è chi invece riflette sul medio periodo. E’ l’ex parlamentare e assessore regionale Giacomo Mancini.
Mario Occhiuto oggi presenta la sua candidatura a governo a presidente della Regione. Che ne pensa?
Penso che a breve i cosentini saranno chiamati ad eleggere il nuovo sindaco della città.
Lo vede già presidente?
Niente affatto. Sta giocando il primo tempo della sua partita: essere indicato come candidato del centrodestra. Ha un punto di forza che è anche la sua grande debolezza. Occhiuto ha una leadership sulla parte istituzionale di Forza Italia. Ma Forza Italia è ormai diventata la seconda gamba del centro destra. A dare le carte anche qui in Calabria è la Lega di Salvini. I giochi si chiuderanno come in Piemonte, ad un mese dalle elezioni. Sempre ammesso che in inverno esisterà ancora il centrodestra per come è adesso. Detto questo poi le elezioni vanno vinte. E chi pensa che il centrosinistra sia fuori dai giochi sbaglia. Mai vendere la pelle dell’orso, o del lupo, prima di averlo ucciso.
E quindi?
Occhiuto si muove, da tempo ormai, come un professionista della politica. Altro che tecnico. I suoi mandati da sindaco stanno per terminare e di conseguenza pensa di occupare una casella alla regione. Non necessariamente da presidente. Torniamo quindi al punto di partenza: i cosentini a breve eleggeranno il nuovo sindaco.
Bisogna muoversi, dice …
Occorre che le forze di centrosinistra si sveglino. E non commettano più gli errori dell’ultima volta. Lacerarsi in liturgie estenuanti e incomprensibili ai più per poi correre divisi.
Si ma da dove ripartire ?
Intanto in città registro fermenti nuovi. I cittadini si costituiscono in comitati per sollecitare la risoluzioni di problemi di quartiere. Nascono associazioni che elaborano idee. Alcune fondazioni alimentano discussioni culturali. Insomma registro un nuovo attivismo della cittadinanza. E questo è molto positivo.
Iniziative lodevoli, ma slegate.
Vero. È necessario stendere una rete che metta in collegamento tutti questi mondi per animare un confronto orizzontale e polifonico che produca una collaborazione civica che abbia al centro Cosenza.
E i partiti?
Sono indispensabili. Ad iniziare dal Pd. A mio giudizio devono favorire questo percorso.
Come ?
Occorre redigere una carta di valori e di ideali che sia la parte fondativa di una grande alleanza per guidare Cosenza per i prossimi dieci anni. Chi aderisce e la sottoscrive ne diventa fondatore e parte fondamentale e contribuirà ad elaborare il programma e a proporre donne e uomini che lo rappresenteranno.
Anche il Sindaco?
Certo. Ad iniziare da chi sarà la candidata o il confidato a sindaco.
Il passato però non incoraggia.
L’ultima volta il centrosinistra ha messo in campo diverse personalità: prima Lucio Presta, poi Carlo Guccione e Enzo Paolini. Ma non si è avuto la capacità di arrivare ad una sintesi unitaria. Questa volta sarà indispensabile farlo. Alla fine del percorso programmatico dovremo indicare la figura più rappresentativa.
E se ci saranno più nomi ?
Se ci saranno più nomi in campo, occorrerà sceglierne uno attraverso un metodo democratico e trasparente.
Sembra quasi una sua discesa in campo
Cosenza e la mia città. Per Cosenza ho fatto battaglie in Parlamento e ho stanziato risorse dalla Regione. Sarebbe strano se non me occupassi.
Si autocandida?
Nemmeno per sogno. Ho frequentato fin da ragazzino una grande scuola politica nella
quale mi hanno insegnato che le candidature per essere vincenti devono essere proposte al candidato da uno spettro ampio di forze in maniera da essere largamente condivise. Le autocandidature servono solo ad accarezzare l’ego di chi si propone da solo e quindi nascono male e spesso sono divisive e perdenti. Mi attengo a questa regola.
Intanto insieme alle europee molti comuni saranno chiamati al voto. Come la vede.
Mah. Ogni comune ha una sua dinamica. Prevalgono le liste civiche. I simboli nazionali scompaiano anche nei centri più grandi. Registro, però, con attenzione e con favore una presenza massiccia di uomini legati alla storia socialista.