DALLA PARTE DEI LAVORATORI
“Da una parte sola, dalla parte dei lavoratori” È il capodanno 1969 quando il ministro del lavoro, il socialista Giacomo Brodolini, pronuncia queste parole che passeranno alla storia.
Il Ministro ha trascorso la notte dell’ultimo dell’anno con i lavoratori della fabbrica romana Apollon che protestano contro la chiusura del loro stabilimento. Hanno montato una tenda a Piazza Montecitorio e salutano così, insieme ad un politico che si sente parte della loro stessa famiglia, l’arrivo del nuovo anno.
Brodolini, quarantotto anni, colpito da un cancro contro cui non è bastata l’operazione subita qualche tempo prima, quella notte sa già di essere arrivato alla dirittura finale della sua vita. E con coraggiosa lucidità affida ad un atto simbolico di solidarietà, che l’opinione pubblica del paese possa comprendere senza equivoci, la prova del cambiamento di orientamenti e di politica che c’è stato con il centrosinistra, all’interno di quella che Pietro Nenni aveva chiamato “la stanza dei bottoni”.
Il 20 giugno di quell’anno il Consiglio dei Ministri approva il testo e dà così inizio al cammino parlamentare (che si concluderà esattamente cinquanta anni fa, il 20 maggio 1970) del disegno di legge “sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro”. Quello che diventerà lo Statuto dei lavoratori.
Brodolini muore appena venti giorni dopo, in una clinica svizzera dove i medici tentano qualche cura per alleviargli la sofferenza, di cui collaboratori e famigliari diranno poi che non aveva mai voluto parlare.
A 50 anni da quella conquista fondamentale per tutti i lavoratori, è doveroso mandare un pensiero di gratitudine al papà di quel provvedimento : Giacomo Brodolini.