Cosenza, i simboli del degrado: dalla biblioteca dei ragazzi all’ufficio della munnizza
Questo intervento di Giacomo Mancini è stato pubblicato sul Quotidiano della Calabria oggi in edicola
L’amministrazione Perugini, dopo aver gestito la gara di aggiudicazione dei servizi per la Città dei Ragazzi in maniera sinistramente disastrosa tanto che l’intera struttura è condannata a diventare un centro commerciale per giovanissimi, ha deciso anche di togliere la Biblioteca dei Ragazzi dal piano terra di Palazzo dei Bruzi, e trasferire altrove quello che rimane di essa.
Quando il Sindaco Mancini aveva deciso di allocare la Biblioteca a Palazzo dei Bruzi, non l’aveva fatto a caso. Voleva che la gioiosa irruenza, la freschezza, la spontaneità dei bambini fossero sempre presenti nel Palazzo di Città, a ispirare limpidezza e trasparenza agli amministratori, a ricordare loro in ogni circostanza che essi sono lì non per curare i loro personali interessi, ma per rendere più florido, più vivibile, più giusto il futuro della città. E soprattutto perché la città appartiene ai bambini, alle giovani generazioni che devono ereditare un mondo migliore, che si prenda cura di loro e dei loro destini. Inoltre, la loro presenza a fianco degli amministratori della città assumeva una forte valenza pedagogica: vedendo quotidianamente il loro sindaco passare, fermarsi a scambiare due chiacchiere con loro, si trovavano abitualmente a contatto con il funzionamento politico-amministrativo della loro città e apprendevano l’educazione civica sul campo, senza bisogno di studi astratti. Un’educazione civica che si rafforzava con le letture, con l’idea che il Comune si preoccupava di accoglierli, di dare loro degli stimoli culturali e formativi, e delle opportunità piacevoli e controllate per il tempo libero. Fra l’altro il Sindaco Mancini aveva incaricato una poetessa, Marisa Righetti, di creare un album a fumetti, “Comune singolare”, che spiegava il funzionamento del Comune e delle istituzioni democratiche ai bambini; e la stessa Righetti aveva girato le scuole elementari della città, per diffonderlo e presentarlo ai bambini.
Si tratta di simboli, certo; ma i simboli sono importanti, ci aiutano a capire chi siamo, in cosa ci identifichiamo, e quale progettualità esprimiamo. Così non è un caso che, al posto della Biblioteca dei ragazzi, Perugini abbia deciso di mettere lì l’ufficio della munnizza.