Cosenza, l’Unical è sempre più lontana
Questo intervento è stato pubblicato sul Quotidiano della Calabria in edicola oggi.
Mi auguro che coloro che governano la Regione e che amministrano Cosenza abbiano letto con attenzione la lettera pubblicata ieri dal Quotidiano, nella quale un gruppo di studenti dell’Unical, che vivono a Cosenza, raccontano dei disagi e dei disservizi che quotidianamente e più volte al giorno patiscono per spostarsi dalla propria città al luogo dove studiano.
In quei frammenti di vita vissuta da alcuni nostri giovani concittadini, infatti, si coglie perfettamente come le chiacchiere che i signori del Palazzo ripetono sempre uguali da anni su progetti che annunciano e mai realizzano, siano tremendamente distanti dai problemi che vivono ogni giorno i cosentini.
Per chi studia o lavora all’Unical oggi l’unica salvezza per vivere una vita che non sia scandita dalle lunghe attese alla fermata aspettando un autobus sul quale, il più delle volte, si viaggia stipati e accalcati, è quella di possedere (o di pagare l’affitto salatissimo) per un appartamento nei pressi del campus.
Chi non può permettersi questa costosa possibilità è condannato a subire i disagi di un trasporto pubblico con orari e frequenze di corse troppo lontane dalle reali esigenze degli studenti.
Ed è per questo che oggi la sfida per tutti coloro che amano questa comunità è quella di definire una nuova politica di trasporto che offra ai cittadini servizi efficienti e di qualità e insieme di disegnare un nuovo sviluppo per l’intera area urbana.
E dire che per queste problematiche si erano definite soluzione importanti e risolutive già diversi anni fa.
Dopo aver salutato il nuovo millennio in piazza sulle note di Battiato, infatti, il Grande Sindaco di Cosenza decise di mandare gli autobus dell’azienda municipale all’Università: fu una rivoluzione. Pochi mesi dopo fu inaugurato lo spettacolare boulevard pensato per collegare la città vecchia ed il suo centro storico (all’epoca pieno di vita) con il nostro Ateneo e che da li a breve avrebbe dovuto ospitare il tracciato della nuova metropolitana di superficie: un’altra rivoluzione.
Dopo quella stagione, in città si è spenta la luce.
All’amore per la nostra comunità, è subentrato l’odio per quanto di straordinario era stato realizzato. E gli sforzi per essere sempre più vicini alle esigenze dei cittadini, sono stati cancellati dalla furia di chiudere le opere che erano state aperte.
Oggi lo stato di abbandono del Viale Mancini con i suoi lavori infiniti sta a ricordare, anche simbolicamente, ai cosentini quanto Cosenza si sia velocissimamente allontanata dall’Università.
I progetti per la metropolitana leggera che avrebbero potuto e dovuto già trovare realizzazione sono tornati nei cassetti degli assessorati regionali salvo riemergere, sotto forma di chiacchiere elettoralistiche in questi ultimi giorni di legislatura, senza che nessuno spieghi gli ingiustificabili anni di ritardo.
Le grandi ambizioni per definire uno sviluppo armonico di Cosenza con i comuni dell’area urbana hanno lasciato il passo ad una miope e misera azione clientelare.
Ed i risultati sono quelli che giustamente denunciano gli studenti dell’Unical. Purtroppo.
Ecco perché è giunto il tempo che tutti coloro che amano la nostra città e la nostra terra si rimbocchino le maniche per far tornare a risplendere di nuova luce Cosenza e la Calabria.
Giacomo Mancini
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