Intervista a Giacomo Mancini: «Ecco le priorità della Calabria»
Il Pdl è nato per innovare il Paese, per modernizzare l’Italia. Questa sfida vale anche per la Calabria. Se noi saremo determinati sulla strada dell’innovazione, vinceremo ed apriremo una nuova stagione di buon governo in Calabria. Altrimenti sarà dura per noi e per la nostra terra. Così esordisce Giacomo Mancini fresco dal successo personale alle scorse elezioni europee dove ha conquistato 61.000 preferenze, di cui 41.000 nella sola Calabria (dove è stato il più votato tra tutti i candidati del Pdl). In questa regione solo Berlusconi ha preso più voti di lui.
Da dove iniziare?
Per risollevare la Calabria bisogna puntare su tre priorità: il turismo, il turismo e ancora il turismo. La nostra regione ha potenzialità immense. Il patrimonio naturalistico spettacolare insieme alle ricchezze storiche uniche unite alla straordinaria offerta enogastronomia costituiscono una miscela inarrivabile. Come mettere insieme il fascino del Chianti shire e gli scorci della costa Smeralda. La Calabria può ambire ad essere meta del turismo internazionale a cinque stelle.
Per la verità Loiero negli ultimi cinque anni ha investito in promozione?
In Calabria abbiamo ottocento chilometri di coste. Ma pochi tratti di mare pulito. Questo dato rappresenta il fallimento di Loiero e insieme il punto dal quale far partire la nostra azione.
Eppure Loiero dopo le europee e le amministrative dice di sentirsi più forte
Dico subito che sono tra quelli che ritiene che il Pdl ha la possibilità di raggiungere picchi di consenso maggiori rispetto a quelli conquistati nell’ultima tornata. E, però, anche con il 34,9 % siamo di gran lunga il primo partito. Il Pd si è fermato al 25,4%. Alle amministrative, poi, partivamo da un 3 a zero per il Pd. Adesso siamo passati ad un 2 a 1 per il Pdl che espugna Crotone, ottenendo una vittoria storica, e vince a Corigliano, eleggendo una giovane sindaco. Solo a Cosenza il Pd riesce a confermare la guida della Provincia. Ma il suo candidato è eletto con 95.000 voti in meno di cinque anni fa.
Ma proprio su Cosenza fioccano le analisi che dicono che non ha funzionato l’alleanza tra Pdl e Udc…
L’alleanza tra Pdl e Udc è dirompente per un motivo molto semplice: mette in campo una nuova generazione di dirigenti tra i trenta e i quaranta anni, puliti e fattivi, che si candida a guidare la regione e i municipi più importanti della Calabria sottraendoli alla fallimentare gestione del Partito Democratico. Chi oggi alimenta una lettura negativa lo fa unicamente per tentare di far saltare questo rapporto politico programmatico che è vincente. Ma come si dice il diavolo fa le pentole e non i coperchi.
Cosa intende?
Vedo che mentre alcuni settori del PD ad iniziare dall’onorevole Loiero tentano di destabilizzare la politica di alleanze del PDL, si intensificano le incursioni di Antonio Di Pietro nella politica calabrese.
Si riferisce alla paventata candidature di De Magistris per IDV?
Proprio a quella. È evidente che quello che Di Pietro ha già fatto in Abruzzo lo ripeterà in Calabria. E quindi la candidatura di De Magistris andrà avanti e metterà il Pd di fronte al bivio: da una parte consegnarsi all’azione di ripulitura di Di Pietro, dall’altra difendere Loiero e arroccarsi nella gestione del potere.
Insomma la strada per il Pdl è in discesa?
Ci sono tutte le condizioni per vincere. A patto che fin dalla edificazione del nuovo partito si persegua la strada dell’innovazione con il coinvolgimento di nuove energie. Con una parola direi meno nomenclatura e più giovani dirigenti provenienti dal mondo del lavoro, delle professioni dell’imprenditoria che vogliono spendersi al servizio della nostra terra.
Lei da più tempo ha indicato Scopelliti come candidato. Conferma la sua indicazione?
Il Pdl può vantare dirigenti di qualità: una combinazione tra esperienza e volti nuovi. E, però, essendo questa sfida di vitale importanza per la nostra terra, ritengo sia nostro dovere puntare su quanto di meglio il Pdl possa mettere in campo.
Scopelliti, quindi?
Scopelliti ha dimostrato di essere un attrezzato dirigente politico e un ottimo amministratore. Addirittura il miglior sindaco d’Italia. Possiede il profilo del leader riconosciuto in Calabria. E insieme é anche stimato nel resto del Paese. Una risorsa importante per il Pdl e per la Calabria intorno alla quale consolidare una squadra dinamica e innovativa.
Eppure non mancano le voci discordanti?
La discussione oltreché fisiologica in un partito grande come il Pdl è anche salutare se accompagnata dalla richiesta di strutturare il partito in tempi rapidi in tutto il territorio regionale. Bisogna, però, fare ogni sforzo per non far prevalere quell’oscura spinta a farci male da soli che per noi calabresi purtroppo è cosa dura a morire. Suggerirei, per questo, di dedicare il tempo ad altro.
Ad esempio?
A stringere un rapporto profondo con la chiesa calabrese e soprattutto con i suoi parroci. Senza il loro sostegno ed i loro suggerimenti una terra come la nostra non si governa. Costituiscono l’unica rete che è a contatto con il bisogno e sa come intervenirvi in maniera positiva.
In questo quadro che ruolo ritaglia per sé?
La mia ambizione è quella di spendermi al servizio della mia terra. Ho conquistato 61000 preferenze. In Calabria con 41.000 sono il più votato tra i candidati del Pdl. Solo Berlusconi ha fatto meglio. Una dimostrazione di stima e di fiducia da parte dei calabresi che mi inorgoglisce profondamente e che mi sforzerò per onorare ed alimentare.
– Da Il Domani della Calabria. Mancini: «E’ Scopelliti il futuro del Pdl»
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